Il 2 febbraio la Chiesa celebra la festa della Presentazione di Gesù al Tempio.
La Legge di Mosè prevedeva che, con un’offerta, si riscattasse il primogenito e avvenisse la purificazione della puerpera. Maria e Giuseppe, essendo poco distanti (non sono ancora tornati a Nazaret), salgono al Tempio di Gerusalemme e obbediscono al precetto mosaico.
Compiuto quanto previsto nel loro caso, incontrano due persone anziane, Simeone ed Anna che rappresentano l’attesa di Israele rispetto al compimento delle promesse dei profeti: Gesù infatti viene accolto con gioia e riconosciuto da Simeone “luce che rivela Dio alle genti e gloria di Israele”.
Questa festa, quindi, segna la conclusione definitiva del ciclo del Natale (tradizionalmente si disfano in questa data i presepi, si depongono gli addobbi natalizi e nel giorno seguente si mangiano gli avanzi del panettone), perché ormai il Cristo si rivela definitivamente come la luce di Dio per tutti i popoli: la stessa liturgia ci fa vivere il momento della benedizione delle candele, segno di Cristo-luce che anticipa già il tempo pasquale ed entra nelle nostre case.
In questa ricorrenza, da 26 anni la Chiesa si unisce in preghiera per rendere grazie al Signore per il dono delle persone consacrate: la loro presenza e la loro opera rappresentano nella Chiesa e nel mondo il luminoso richiamo alla centralità di Cristo, di cui sono figura mediante la professione dei consigli evangelici di povertà, castità e obbedienza, e l’attesa del compimento della sua missione nella parusia.