Per cominciare questa nostra testimonianza desideriamo innanzitutto fare, a tutti voi che leggete, l’augurio di “Pace e Bene!
Il Signore Gesù sia sempre la nostra Pace ed il nostro Bene!
Ci è stato chiesto di scrivere qualcosa circa la nostra esperienza nel “Sostegno a distanza” di cui ci occupiamo, qui in Eritrea, in collaborazione con il Centro Missionario dei Padri Cappuccini di Milano.
Pensando a che cosa avrei potuto dire, ho ricordato gli inizi di questa bella avventura e mi sono resa conto che da ormai 20 anni collaboriamo a questo programma che, iniziato come un piccolo impegno, è divenuto un vero e proprio lavoro.
E non solo assorbe parte del nostro tempo, ma anche molto della nostra attenzione a motivo della cura che si deve avere costantemente per tante creature realmente bisognose di amore ed aiuto. Perché, se è vero che è con la mente che si organizza il lavoro, è ancor più necessario il cuore per seguire ciascun bambino e la sua famiglia ed aiutarli a risolvere i loro problemi.
La nostra vita poi, che è soprattutto di preghiera, richiede una particolare attenzione affinché si concilino le esigenze di una vita contemplativa con le tante richieste di aiuto che ci vengono fatte. Abbiamo ad ogni modo alcune persone laiche che collaborano con noi e che ci aiutano in modo particolare nei contatti con chi viene alla nostra porta, e nella scelta di chi è più bisognoso di aiuto.
Tutto questo in qualche momento è faticoso, ma il pensiero dei tanti bimbi che vengono aiutati a crescere con serenità e con tante possibilità di una vita migliore dà, di volta in volta, anche l’energia per andare avanti. Personalmente direi che è il Signore che dona la forza di fare un lavoro così impegnativo… Diciamo pure che ci conduce per mano!
Per quel che riguarda l’Eritrea c’erano, negli anni del dopoguerra, tanti bimbi orfani, donne rimaste vedove con tanti bambini, casi particolari di mutilati, ecc…
In queste situazioni la soluzione migliore non è l’orfanotrofio. Almeno in Eritrea le famiglie preferiscono tenere con sé i propri figli, oppure, se non ci sono entrambi i genitori, i nonni, o gli zii li prendono con sé e li crescono insieme con il loro figli.
Un esempio: è successo che ci fossero dieci orfani, gli zii li hanno divisi tra di loro… e stanno crescendo, trovandosi tutti assieme nelle feste o in altre occasioni familiari. Oppure ci sono fratelli maggiori, sia maschi che femmine, che si prendono cura e responsabilità dei fratelli minori…qualche volta facendo anche il sacrificio di non sposarsi,almeno finchè i più piccoli non siano cresciuti…..
La scelta preferenziale è comunque quella di lasciarli nelle loro famiglie d’origine.
Ed ecco che il sistema del “Sostegno a distanza”, è risultato il modo migliore, nel nostro Paese, per aiutare questi bambini in difficoltà, a crescere in maniera serena.
Abbiamo notato che qualcuno dei genitori “adottivi” pensa forse che i bambini siano con noi, ma non è così, non avremmo neppure la possibilità di uno spazio sufficiente per loro…Questo solo programma comprende circa 500 bambini!!
Dal lontano 1992 nel quale abbiamo iniziato questo “Sostegno” molti sono i bambini che oltre ad aver vissuta una vita semplice, ma serena, hanno portato a termine gli studi. Molti si sono laureati, sia ragazzi che ragazze, molti diplomati, altri hanno fatto corsi di formazione tecnica e professionale. Quasi tutti hanno trovato un lavoro e la possibilità di crearsi a loro volta una famiglia.
In questi tempi abbiamo tante richieste, un po’ perché molte famiglie numerose hanno dei seri problemi di sussistenza, o ci sono giovani spose divise dal marito che non possiedono nulla ecc … ma anche perché nascono tanti bambini che sono gemelli, a due, a tre…per volta!
La ricchezza del nostro paese, diciamo noi…ma per una famiglia che ha già quattro, cinque bimbi aggiungerne tre non è cosa facile, soprattutto per la mamma che non ha il latte sufficiente neppure per uno solo, molte volte…
Inizialmente la cosa ci spaventava…cosa facciamo? Come aiutarli? Non sempre ci sono possibilità di fare una scheda nuova, di appoggiarli al Sostegno a distanza, ecc…e soprattutto c’è l’urgenza,tre bimbi piccini devono nutrirsi subito….
Ed ecco che con una buona provvista di latte in scatola e qualche biberon, i piccoli crescono e poi…il Signore verrà in aiuto, a LUI non mancano le possibilità di intervenire!
Anzi, a proposito di questo problema desideriamo ringraziare tutti coloro che ci aiutano con offerte extra. Offerte che giungono come una benedizione, ed aiutano a risolvere tanti problemi, piccoli e grandi, a chi è in difficoltà!
Chi segue un po’ da vicino il nostro programma si sarà accorto che ci sono tra le nostre schede, di questi ultimi tempi tanti bimbi musulmani.
Da circa 12 anni abbiamo aperto una Comunità di nostre Sorelle a Durfò, in una valle abitata in prevalenza da musulmani. E’ una bellissima valle tra le montagne. E per arrivarci c’era una mulattiera di 20 Km…. e tre-quattro ore di macchina…un’avventura!
Ora però è stata fatta una bella strada, che anche se non asfaltata ci fa risparmiare il
Tempo… e si rompono meno balestre dell’auto e schiene delle persone…..
I musulmani della zona di Durfò sono nomadi. Una tribù chiamata “Tigrè” persone molto dolci di carattere ed oneste, ma di una povertà estrema.
Prima del nostro arrivo nella zona vivevano sotto capanne fatte di frasche e coperte da qualche straccio, fogli di plastica ecc… stavano sei mesi in un luogo e sei mesi in un altro a seconda di dove avrebbero trovato l’acqua, se avesse piovuto.
Finché avevano del bestiame, specialmente caprette, e c’era erba sulle montagne riuscivano a vivere abbastanza bene. Dopo questi lunghi anni di siccità però, gli animali pian piano sono morti.
Non piovendo non riescono a seminare e raccogliere un po’ di granaglie per il nutrimento giornaliero e così specialmente i loro bambini e le donne a lungo andare sono deperiti e hanno iniziato ad avere seri problemi di denutrizione.
Tra gli uomini ci sono malattie varie, mal di cuore, diabete, malattie agli occhi, ecc…
Essendo nomadi non possedevano terra, né casa e neppure un villaggio dove abitare. Ora alcuni si sono stabiliti nei dintorni del convento e molti hanno iniziato a vivere regolarmente in un luogo , farsi una casetta di sassi e fango, coprirla con delle lamiere così che non ci piova dentro…hanno realizzato un sogno impossibile.
Praticamente nel raggio di 8-10 chilometri ci sono ora una decina di villaggi.
Qualcuno ha addirittura fatto un piccolo orto, con qualche pianta di “zaitun”, papaia,
insalata, peperoncino ecc… hanno scavato un pozzo primitivo e qualche volta iniziato anche una piccola cooperativa per dividersi le spese di pompe per innaffiare, nafta ecc…
Nel villaggio più grande ci sono una clinica costruita da alcuni benefattori prima che noi arrivassimo a Durfò, ed una scuola finanziata da una Onlus di Forlì, di cui noi abbiamo seguito da vicino la costruzione, circa dieci anni fa.
La clinica che la scuola sono a carico del governo, sia come amministrazione che come organizzazione. La scuola è a livello elementare. Non si è riusciti ad avere un asilo, ma sarebbe veramente necessario visto i tanti bimbi che sono presenti in ogni villaggio.
Vicino ad alcuni villaggi, dei benefattori, hanno provveduto a scavare dei pozzi per far sì che la gente potesse bere acqua pulita
L’amministratore della zona è molto sollecito nel cercar di provvedere alle prime necessità della popolazione, ed abbiamo una buona collaborazione con i responsabili locali.
Molte famiglie hanno iniziato a mandare i bimbi a scuola, ora c’è la possibilità di curarsi quando sono malati, hanno migliorato le loro abitazioni…ed in ogni loro problema ricorrono alle Suore!
Anche se non sempre si risolvere tutti i problemi si può sempre pregare, ed il Signore vede, e provvede a tutti a secondo i bisogni di ciascuno.
Vi abbiamo stancato forse, con questo lungo racconto, ma è in realtà solo una piccola parte di ciò che si fa tramite il “Sostegno a distanza”!
Vi ringraziamo tutti, ad iniziare da padre Mauro Miselli a tutti i carissimi collaboratori che abbiamo avuto l’opportunità di conoscere personalmente e con i quali siamo sempre in contatto.
Ringraziamo le famiglie che sostengono i nostri bambini e preghiamo molto, molto, per tutti voi, affinché il bene che fate vi venga restituito centuplicato.
Un caro saluto
Suor Letizia